Esperienze sperimentali di fruizione del patrimonio ambientale e del tessuto urbano

Video lezione n°1_ Luoghi invisibili: torri o fornaci

Le ex fornaci della Società Esercizi Forni Elettrici, nostra sede istituzionale, sono forni da calce che bruciavano il calcare raccolto nel vicino massiccio montuoso della Concarena: già questo ci fa comprendere come il luogo, non possa mai essere separato dal contesto geografico e dalle risorse che la biosfera vi ha messo a disposizione. D’altra parte ci parla anche di come non sia possibile separare la storia recente (quella di un sito produttivo che con alterne vicende ha prodotto nella prima parte del 900 attraversando due guerre mondiali), dalla macro storia, visto che il calcare che sfruttavano è ciò che resta di una barriere corallina di 250 milioni d’anni fa. 

Le fornaci sono incoerenti con il paesaggio montano circostante e l’abitato, in pietra, fatto di edifici rurali utilizzati originariamente per attività che l’avvento dell’industrializzazione ha “spezzato”, ha reso impossibili o poco remunerative finendo per interrompere molte delle produzioni tradizionali del luogo. Ad esempio persone impiegate nello stabilimento non potevano più seguire il bestiame e i campi, o si pensi che la calce prodotta dalle fornaci era prima prodotta dai calcheroc, che lo facevano artigianalmente, nelle calchere alimentate con il legno dei boschi circostanti.

Questo edificio è così disfunzionale e incoerente al contesto che nonostante sia davvero imponente le persone che transitano da anni sulla strada che vi si trova di fronte  non lo hanno mai notato.

Le fornaci sono collegate ad una grandissima quantità di altri luoghi sul territorio, che sono stati fondamentali affinché la Società decidesse di installarsi lì: i bacini di raccolta delle acque e le centrali che la utilizzano per produrre energia elettrica (idroelettrica); le vie di trasporto dei materiali che servivano per la produzione e che non si trovavano sul territorio. 

Dunque un progetto di rigenerazione urbana che voglia fondarsi sulla consapevolezza del valore di un luogo è sempre un progetto che si confronta con una storia e una geografica più articolate; con processi produttivi che si innestano gli uni negli altri e un domino di concause che portano all’abbandono di un sito e al senso di quello che vogliamo che diventi. 

Non da meno un luogo è la storia di una comunità che si è confrontata con anni di produttività più o meno apprezzata (pensate all’inquinamento acustico o ambientale che possono aver portato certe produzioni) e del suo abbandono, che magari ha portato a riutilizzare in modo informale un luogo generando legami affettivi ricordi e desideri. 

Pertanto il nostro progetto che cosa ha fatto

_Ha studiato la storia della società che ha installato lo stabilimento, il ciclo produttivo e la storia più remota dei suoi materiali.

_Ha creato un percorso di fruizione che lavori sulla capacità degli utenti di saper guardare in profondità e saper usare i propri occhi: abbiamo riprodotti degli stereoscopi Holmes di fine ottocento, antenati del 3d, coerenti con il periodo il sito ha cominciato ad essere sfruttato a fini industriali. 

_Ha mappato i percorsi per raggiungere i siti che  fanno parte di quello che abbiamo definito “sistema idroelettrico e minerario della media Vallecamonica”

Oggi le fornaci sono il Centro 3T, un centro culturale con una programmazione culturale legata alla valorizzazione del patrimonio paesaggistico e di archeologia industriale del territorio, attraverso manifestazioni e un parco d’arte contemporanea diffusa, attività didattiche e di divulgazione tecnico scientifica e organizza esplorazioni sul territorio.

Nel prossimo video parleremo di uno dei progetti realizzato presso il Centro 3T per la rigenerazione di una filiera rurale interrotta: l’installazione Partiture Tese, un orto verticale idroponico in lana di pecora locale.